La traduzione giornalistica: limiti dei dizionari bilingui e
potenzialità degli strumenti informatici
Sara Bani
La traduzione giornalistica si distingue per l’inevitabile velocità
di esecuzione richiesta e per lo stretto legame dei testi con l’attualità. I
giornali con frequenza sono i primi a raccogliere (se non a lanciare) ogni
sorta di nuova invenzione linguistica – da qui l’importanza di scelte che
possono persino influire sulla ricezione di un neologismo straniero in italiano.
Inoltre, la diversa provenienza degli articoli tradotti
porta il traduttore a scontrarsi con diverse varietà di lingua, da un punto di
vista diatopico e diastratico. Sul piano lessicale, perciò, il lavoro del
traduttore giornalistico è irto di difficoltà che non sempre trovano facile
soluzione nel classico strumento del dizionario bilingue cartaceo.
Sulla base di un corpus di testi tradotti dall’inglese e
dallo spagnolo si presenteranno alcuni spunti di riflessione circa le particolari
difficoltà traduttive presentate dai testi giornalistici, analizzando se e come
i dizionari bilingui rispondono a tali difficoltà. Si passerà poi a parlare più
in generale dei limiti e delle potenzialità dei dizionari bilingui nei loro
diversi formati (dizionari cartacei, cd-rom, in rete) nella pratica del lavoro
quotidiano del traduttore giornalistico; infine si farà riferimento alle
potenzialità dei motori di ricerca e più in generale della rete come strumento
alternativo (quando usato con i dovuti accorgimenti) al dizionario bilingue.